Tag: Yara

  • Un ‘Best of 2015’
    da leggere sotto l’ombrellone

     

    E’ estate inoltrata. La vostra testa, sovente insieme al resto, va alle spiagge dorate, ai freschi picchi alpini, a posti lontani ed esotici. L’immagine dell’afoso Palazzo di giustizia, per chi è partito, sta a metà strada tra l’incubo del futuro ritorno al lavoro e la certezza di un luogo a suo modo più rassicurante che inquietante, per chi lo conosce e ci lavora. Per questo non vi è così facile compiere il distacco completo da quel crocevia di sofferenza e arrabbiature, di lavoro serio e socialità, di burocrazia e alti ideali. Per aiutarvi a rimanere con un piede là dentro, mentre l’altro si tuffa in acque cristalline, abbiamo preparato questo piccolo compendio della stagione appena trascorsa. Si comincia dalle cose più leggere e intonate alla calura estiva. Buona lettura.

    GIUSTIZIAMI SUMMER EDITION

    Il caso vip dell’anno, scoperto da Giustiziami.

    “Vendevano foto e gossip rubati dalle mail dei vip”. A processo Selvaggia Lucarelli, Guia Soncini e Macchianera. https://giustiziami.prlb.eu/rubavano-foto-e-gossip-dalle-mail-dei-vip-a-processo-selvaggia-lucarelli-e-guia-soncini/

    Intanto in un altro processo zeppo di vip, Belén Rodriguez viene chiamata a testimoniare, ma da Ibiza inonda il web di foto in bikini. https://giustiziami.prlb.eu/belen-testimone-nel-processo-ai-vip-posta-foto-in-bikini-da-ibiza/

    Tribunale + estate = condizionatori che si rompono. Processi rinviati per caldo, Flegetonte manda in tilt il Palazzo di giustizia. https://giustiziami.prlb.eu/processi-rinviati-per-caldo-flegetonte-manda-in-tilt-il-tribunale/

    Quando il tempo è galantuomo. Dieci anni dopo, prescritte le corna di Paolini a Fede. Alla faccia del galateo. https://giustiziami.prlb.eu/10-anni-dopo-prescritte-le-corna-di-paolini-a-fede/

    Non vedete l’ora che ricominci il Crozza Show? Beh, l’ispirazione per la prima puntate c’è già. “Dal barbiere alle braghette, Formigoni dà spettacolo in aula“. https://giustiziami.prlb.eu/dal-barbiere-alle-braghette-formigoni-crozza-show-in-aula/

    Un nostro piccolo scoop, quello del del magistrato ubriaco in bicicletta. Lo ricordate? Bene, ora fa giurisprudenza. https://giustiziami.prlb.eu/il-caso-del-magistrato-ubriaco-in-bici-fa-giurisprudenza/

    Mentre siete al mare, state pur certi che lui rimarrà in ufficio,a lavorare 12 ore al giorno. E’ il pm Stakanov. “Inchiesta sull’acido, quando il pm scava davvero”. https://giustiziami.prlb.eu/inchiesta-sullacido-quando-il-pm-scava-davvero/

    COSE PESE. OGNI TANTO FACCIAMO LE PERSONE SERIE. E SCOPRIAMO COSE SERIE

    Questa inchiesta in due puntate ci è valsa una menzione speciale al premio Vergani. La cosa che ci rende più orgogliosi è però un’altra. Quello che abbiamo scritto ha inciso sulla realtà. Lo dimostra la seconda parte dell’indagine.

    Le carte degli appalti Expo senza gara per il Tribunale. A chi e perché sono finiti i fondi per la giustizia milanese https://giustiziami.prlb.eu/la-carte-degli-appalti-expo-senza-gara-per-tribunale-a-chi-e-perche-sono-finiti-i-fondi-per-la-giustizia-milanese/

    Sospesi gli affidamenti diretti Expo per la giustizia milanese. Il verbale che svela il clamoroso cambio di rotta. https://giustiziami.prlb.eu/sospesi-gli-affidamenti-diretti-expo-per-la-giustizia-milanese-il-verbale-che-svela-il-clamoroso-cambio-di-rotta/

    Altra storia tipicamente italiana. Un’edificio pubblico incompiuto, nonostante diciannove anni e milioni di euro spesi. “L’aula bunker di Opera non è finita e fa ruggine”. https://giustiziami.prlb.eu/19-anni-e-milioni-di-euro-dopo-laula-bunker-di-opera-non-e-finita-e-fa-ruggine/

    Una serie di articoli non ci hanno resi molto simpatici al quarto piano di via Freguglia. Ma che ci vuoi fare? Questi, per esempio.

    “Manipolò titoli per 8,5 mln”, la Procura generale chiude un’altra indagine avocata al pm Greco. https://giustiziami.prlb.eu/manipolo-titoli-per-85-mln-procura-generale-chiude-unaltra-indagine-avocata-a-pm-greco/

    La moratoria sulle indagini della Procura di Milano per Expo (e non solo). https://giustiziami.prlb.eu/la-moratoria-sulle-indagini-della-procura-di-milano-per-expo-e-non-solo/

    GLI EDITORIALI

    Qualcuno è provocatorio, certamente questi corsivi hanno alla base un’esigenza vera.

    Perché l’omicidio stradale è un finto reato colposo di ispirazione forcaiola. https://giustiziami.prlb.eu/perche-lomicidio-stradale-e-un-finto-reato-colposo-dispirazione-forcaiola/

    Tutti a celebrare Falcone…ma lui voleva carriere separate. https://giustiziami.prlb.eu/tutti-a-celebrare-falcone-ma-lui-voleva-carriere-separate/

    Video dell’arresto di Bossetti, una vergogna per pm e media. https://giustiziami.prlb.eu/video-arresto-di-bossetti-una-vergogna-per-pm-e-media/

    Il commento più significativo a un fatto accaduto in Tribunale non l’ha composto un giornalista ma una madre. Quella del giovane avvocato Lorenzo Claris Appiani, all’indomani della strage compiuta da Claudio Giardiello in Tribunale. Le sue parole valgono da insegnamento e ispirazione per molti. https://giustiziami.prlb.eu/la-mamma-di-lorenzo-avvocati-non-rendete-vana-la-sua-morte/

    UN PICCOLO TRIBUTO

    Quello ad Annibale Carenzo, decano di tutti i cronisti giudiziari di Milano e forse d’Italia. Tra pochi mesi avrà 81 anni. Lo potete incontrare a tutti i giorni a Palazzo, in particolare al primo piano o nel cortile centrale. Cerca notizie, e ne trova ancora.

    “Annibale compie 80 anni. Da Mina ad Alessandrini, le sue 45 stagioni nel Palazzo”. https://giustiziami.prlb.eu/annibale-compie-80-anni-da-mina-ad-alessandrini-i-suoi-45-anni-nel-palazzo/

    L’INCHIESTA DELL’ESTATE

    Infine, vi lasciamo con una riflessione sull’inchiesta più hot dell’estate.

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  • Video arresto di Bossetti, una vergogna per pm e media

    Le immagini dell’arresto di Massimo Bossetti, indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio, erano nell’esclusiva disponibilità della procura di Bergamo e della polizia giudiziaria. Sono finite in tv e sui siti on-line in concomitanza con l’udienza preliminare in cui il gup ha deciso il rinvio a giudizio del muratore per il prossimo 3 luglio in corte d’assise. A protestare sono esclusivamente i penalisti in un comunicato in cui si scrive di “massimo degrado dell’informazione giudiziaria”. Parole giuste e sacrosante, che però hanno il torto di prendersela solo con chi pubblica, solo con una parte del circo mediatico giudiziario.

    C’è un problema enorme, emerso non solo in questo caso, per chi le informazioni e le immagini le passa ai giornalisti al fine di celebrare i processi sui media prima che nelle aule. L’accusa, pm e carabinieri, bara, per influenzare i giudici e la cosiddetta opinione pubblica in merito alla sorte di un uomo detenuto in attesa di giudizio e per la Costituzione innocente fino al giorno della sentenza definitiva. Quelle immagini, video e sonoro risalenti al 16 giugno 2014 nel cantiere in cui Bossetti lavorava, in un paese civile dovrebbero restare nel cassetto anche dopo l’eventuale condanna in Cassazione dell’imputato. Nessuna pena è comprensiva di gogna mediatica. Abbiamo assistito invece a una prova di inciviltà a livello giuridico, politico e umano da parte di chi indagando dovrebbe tutelare i diritti delle persone. Ci sarebbe materia per accertare quanto è accaduto sia da parte del Csm a livello disciplinare, sia da parte della procura di Venezia competente sulle vicende dei magistrati in servizio a Bergamo. Ci sarebbe materia per un comunicato da parte dell’Anm che per molto meno non esita a inondare le redazioni delle sue prese di posizione anche quando non avrebbe titolo alcuno e farebbe bene a tacere.

    La credibilità della giustizia italiana è molto bassa anche per fatti come questo. Ma non succederà nulla. Bossetti, colpevole o innocente che sia, non è nessuno e la sua immagine viene “elargita” in pasto a un’opinione pubblica già molto forcaiola e reazionaria, soprattutto per i comportamenti di magistrati, media e politica (frank cimini)

  • Cosa importa ai pm delle pagelle dei figli di Bossetti?

    I figli di un presunto omicida vanno bene o male a scuola? E’ una domanda sciocca? Non per i pubblici ministeri di Bergamo che indagano sull’assassinio della piccola stella della ginnastica Yara Gambirasio. Dalla montagna di documenti depositati con la chiusura dell’inchiesta su Massimo Giuseppe Bossetti spuntano le pagelle dei tre figli dell’uomo che avrebbe martirizzato la bambina (lui però continua a dichiararsi innocente).

    Meglio: più che le pagelle, a disposizione delle parti e dei giornalisti entrati subito in possesso di queste carte (come prevedibile), ecco la ‘radiografia’ dei ragazzini che frequentano medie ed elementari nel minuscolo paese di Mapello. Oltre ai voti presi a scuola, vengono evidenziate le litigate coi compagni, le rispostacce date ai professori, le gite, le parolacce, i momenti di distrazione.

    Tutta la vita di tre piccoli innocenti viene scandagliata perché sono i figli di un presunto killer. Non c’è altra ragione investigativa, o perlomeno non viene spiegata. Nel verbale di un interrogatorio, si legge che il pm chiede a Bossetti per quale ragione, nonostante i “brutti voti in pagella” e il fatto che si “picchi coi compagni”, abbia premiato suo figlio comprandogli un tablet. Risposta disarmante: “Sa, i genitori per i figli fanno tutto”.

    Torniamo al quesito iniziale. I figli dei presunti omicidi come vanno a scuola? Ebbene, tenetevi forte. I risultati investigativi sono sconcertanti: uno va bene, uno va così così, l’altro va male. E ora? Interpelliamo la Cassazione? (manuela d’alessandro)

  • Yara, un processo sui media…sorella di Bossetti picchiata 3 volte

    E’ la terza volta che la picchiano e stavolta l’hanno mandata in ospedale con trauma cranico e fratture varie con una prognosi di 30 giorni. Lei è Laura Letizia Bossetti, sorella dell’uomo in carcere con l’accusa di aver ucciso Yara Gambirasio. Il 10 febbraio corso le avevano anche messo a soqquadro la casa, adesso invece l’hanno di nuovo pestata. Si parla di due uomini incappucciati.

    E soprattutto a questo punto non si può non ricordare il clima non certo meteorologico e il contesto in cui si sta svolgendo l’inchiesta. Non passa giorno che sui media finiscano elementi di indagine nell’esclusiva disponibilità dell’accusa, procura di Bergamo e polizia giudiziaria, che aggraverebbero la posizione dell’unico indagato il quale dalla sua cella continua a proclamarsi innocente.

    Mai come in questo caso non è un problema di merito ma di metodo. Sarà un processo ad accertare le presunte responsabilità del signor Bossetti. Ma di questo passo non potranno non influire sulla decisione dei giudici le fughe di notizie che tendono mediaticamente a convincere l’opinione pubblica che l’indagato è colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio”.

    I particolari dell’inchiesta non sono a disposizione della difesa che apprende delle continue novità dai media, ovviamente senza poter interloquire sul punto perché l’inchiesta non è ancora chiusa. In questa situazione agiscono persone magari affette da disturbi mentali o da semplice imbecillità che vanno a prendersela con la sorella dell’indagato dopo aver respirato il clamore mediatico innescato da chi, pm o polizia giudiziaria, dovrebbe tutelare il segreto istruttorio.

    E invece gli inquirenti fanno l’esatto contrario. Forse sarebbe il caso di sanzionare con procedimento disciplinare davanti al Csm il pm titolare dell’inchiesta tutte le volte che finiscono sui giornali atti e documenti non ancora depositati e che solo l’accusa conosce. Ci dovrebbe pensare la politica abituata però a  protestare solo quando i danni riguardano un suo esponente o un potente. Bossetti è un cittadino qualsiasi, con un quadro indiziario sicuramente pesante, che ha diritto di difendersi. E il diritto di difesa è fortemente limitato dall’accusa che usa i giornali per “vincere” il processo in anticipo (frank cimini)

  • Yara, pm monitorano la fedeltà di mamma Bossetti

    E’ la funzione vicaria della magistratura che ormai non conosce più limiti. Da Bergamo, depositata ovviamente in edicola, arriva la notizia udite udite che la signora Ester Arzuffi ha concepito fuori dal matrimonio oltre a Giuseppe Bossetti, unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio, pure il fratello Fabio. E per giunta con un uomo diverso da Guerinoni che sarebbe il padre naturale di Giuseppe.

    L’indagine non è ancora chiusa, gli atti non sono a disposizione dei difensori dell’indagato ma in edciola e sul web esce di tutto ogni giorno. La procura sta facendo il processo sui giornali e questo purtroppo nel nostro paese non è insolito. Non parliamo del merito, degli indizi gravi o meno a carico di Bossetti ma del metodo. Non bastasse ciò, siamo costretti a sciropparci di continuo minuto per minuto la vita sessuale della signora Ester, dettagli e particolari, a chi la dava. Sorge il sospetto sia pure un po’ vago che i pm non siano così sicuri delle carte che hanno in mano per sostenere l’accusa e che di conseguenza come spesso accade abbiano deciso di celebrare il processo in anteprima sui giornali, sputtanando non solo l’indagato  ma pure i suoi familiari.

    I pm di Bergamo sono gli stessi che dirottarono due navi per arrestare in relazione all’omicidio di Yara il tunisino Fikri. Agirono con le manette senza aver capito bene le parole intercettate. Fikri è stato prosciolto. Risarcito con 9 mila euro, nulla rispetto al fango che la procura gli aveva buttato addosso. E’ la giustizia bellezza. Ma anche la stampa non scherza. (frank cimini)

  • Yara, ecco il documento in cui i Ris dubitano del dna di Bossetti

    Vi proponiamo l’istanza di scarcerazione presentata al gip di Bergamo dai legali di Massimo Giuseppe Bossetti, il presunto assassino di Yara Gambirasio. In essa viene citato un passo dell’informativa dei Ris in cui i Carabinieri sembrano avanzare dubbi sulle tracce trovate sui leggins e sugli slip della piccola ginnasta seviziata e abbandonata nel campo di Chignolo d’Isola. Nel documento che potete leggere in versione integrale, gli esperti scrivono: “Una logica prettamente scientifica che tenga conto dei non pochi parametri che si è tentato di sviscerare in questa sede non consente di diagnosticare in maniera inequivoca le tracce lasciate da Ignoto 1 sui vestiti di Yara”. L’istanza è stata ‘bocciata’ dal gip Ezia Maccora che ha definito “ottima” la traccia di dna trovata sul corpo della ragazzina.

    istanza scarcerazione Bossetti

     

  • Alfano emette sentenza col rito del comunicato stampa.
    E se Bossetti non fosse il killer di Yara?

    E se non fosse Massimo Giuseppe Bossetti l’assassino di Yara? E, se anche lo fosse, è giusto quello che sta accadendo in queste ore con la gogna ‘istituzionale’ del muratore di 44 anni, padre di tre figli, incensurato, accusato di avere ucciso la piccola stella della ginnastica artistica?

    Il Ministro Angelino Alfano ha introdotto nel nostro codice penale il processo col ‘rito del comunicato stampa’. “Le forze dell’ordine, d’intesa con la magistratura, hanno individuato l’assassino di Yara Gambirasio”.  Questa la sentenza arrivata alle sei della sera firmata dal giudice monocratico Angelino, che forse si aspettava una fulminea confessione da parte di Bossetti. Magari avrebbe potuto aspettare a diffondere la nota per la stampa per evitare la folla coi forconi attorno alla caserma dove l’accusato ha opposto il silenzio alle contestazioni dei pm di Bergamo. In questa storia c’è già stato un presunto colpevole, il marocchino Mohamed Fikri, fermato in presunta fuga a bordo di un traghetto, sulla base di un’intercettazione tradotta male, e per oltre due anni rimasto sulla ‘graticola’ in attesa di un’archiviazione.  E qui vogliamo ricordare pure il fermo di Alberto Stasi per il delitto di Garlasco, seguito dalla pomposa conferenza stampa del Procuratore di Vigevano il quale dichiarò di avere individuato la “pistola fumante” della sua colpevolezza nel dna della vittima, Chiara Poggi, trovato sui pedali di una bicicletta. ‘Prova’ bocciata dal gip che scarcerò il presunto colpevole con tante scuse dopo pochi giorni.

    Massimo Giuseppe Bossetti sarebbe l”Ignoto 1′ a cui si dava la caccia da anni, il figlio illegittimo dell’autista di autobus Giuseppe Guerinoni, scomparso nel 1999 a cui era riconducibile il profilo genetico trovato sugli slip di Yara.  L’esame del dna, che gli è stato estratto con l’espediente del test dell’ etilometro in un normale controllo stradale, è risultato “perfettamente coincidente” con quello trovato sulle mutandine.  Sicuramente è una prova a suo carico, e che prova, come lo è la cella del suo telefono agganciata a Brembate di Sopra il 26 novembre 2010 quando la 13enne era uscita dalla palestra per non tornare mai più a casa. Bene. Questa è l’accusa, poi ci sarà una difesa, giusto? Bossetti potrebbe difendersi, è la prima ipotesi che ci viene in mente, dicendo di non avere ucciso Yara ma di averne ‘soltanto’ vilipeso il cadavere. Oppure potrebbe anche semplicemente essere colpevole, ma la certezza potremmo averla dopo una confessione o dopo un processo con tutte le garanzie per l’imputato. Perché questo richiede la nostra legge, a dispetto del Ministro Alfano, oggi, e non solo (vedi link qui sotto) dimentico del garantismo profuso per il suo ex amico Berlusconi. (manuela d’alessandro)

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