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  • Pena enlargement per l’ex ‘mr. preferenza’ del Pirellone

    ‪Continua a essere il numero uno. Il primo dei consiglieri regionali targati Formigoni a essere stato condannato. E anzi, nella speciale graduatoria, allunga il passo sugli inseguitori che dopo di lui potrebbero collezionare sconfitte giudiziarie. Certo, non si può dimenticare che per Massimo Ponzoni, ex mister preferenze lombardo, la Procura di Monza ha da poco chiesto una condanna a otto anni e tre mesi di reclusioni per una sfilza di reati. Ma la sentenza a carico dell’altro mister preferenze di era formigoniana, Gianluca Rinaldin, Pdl, mietitore di voti nel comasco, ora è stata anche confermata in appello. Condanne che lievitano lentamente. L’8 ottobre 2012, in primo grado, due anni e mezzo. Ieri invece la quarta corte d’appello, presieduta dal giudice Francesca Marcelli, sembra quasi aver calcolato gli interessi: per Rinaldin, in secondo grado la pena è salita a due anni e nove mesi di reclusione. La Corte d’appello è stata meno clemente dei giudici di prime cure su una parte dei reati per cui l’ex consigliere e assessore regionale al Turismo era stato assolto in primo grado. Accolta una parte del ricorso del pm Luca Poniz, quella sulla truffa ai danni della Regione. Confermata invece l’assoluzione dall’accusa di corruzione. (nino di rupo)

  • Il giudice ‘furbetto del quartierino’ col pass scaduto

    Rassegniamoci, siamo in Italia. E così neanche un giudice sfugge alla grande tentazione nazionale della furbizia. Quel giudice di Milano – e non è certo l’ultimo arrivato – che esibisce sul cruscotto dell’auto un pass per la sosta libera (strisce gialle e blu, senza pagare come noi bifolchi) scaduto da 20 mesi. Scaduto a febbraio 2012, ma camuffato sotto un altro permesso, quello per la circolazione nelle corsie riservate, quest’ultimo valido fino a ottobre dell’anno prossimo. Dice, la toga, che neanche lo sapeva, che non ci aveva fatto caso, e che comunque a lui quel pass non serve, perché l’auto la usa solo per andare da casa al Tribunale, dove ha il posteggio riservato. Quindi no, lui non è certo ascrivibile alla categoria dei furbi. Ma se il pass non gli serve, perché poche settimane fa ha fatto richiesta al Comune per averne (finalmente) uno valido? (pm10)

  • Quaranta operai a caccia di una talpa

    Si è aperto questa mattina davanti alla quarta sezione penale del tribunale di Milano, presieduta da Oscar Magi, il processo per la singolare e misteriosa vicenda del dossieraggio a carico dei lavoratori dell’ex Alfa Romeo di Arese. Sul banco degli imputati Angela Di Marzo, titolare di alcune società di sicurezza aziendale, accusata di istigazione alla rivelazione di segreti d’ufficio. Manca, perchè nonostante le lunghe indagini della Digos non è mai stato identificato, il complice della Di Marzo: ovvero colui che – probabilmente dall’interno dei carabinieri o della prefettura milanese – passò alla donna un appunto riservato del nucleo Informativo dell’Arma. Era un appunto sulla figura di Corrado Delle Donne, leader storico dei cassintegrati Alfa Romeo e oggi alla testa delle lotte per il reintegro degli ultimi dipendenti della azienda di Arese. Della Di Marzo le cronache si sono dovute occupare in un recente passato anche per un altro episodio di natura analoga, il ritrovamento di una falsa microspia nell’ufficio del city manager di Milano Giuseppe Sala, per il quale è stata processata e assolta. (altro…)

  • Figli Craxi rinunciano a eredità cimeli Garibaldi, all’asta

    Trecentocinquantamila euro: tanto vale la collezione di cimeli garibaldini lasciata da Bettino Craxi, l’ex segretario del Partito Socialista ed ex Presidente del Consiglio morto nel 2000 ad Hammamet, dove si era ritirato per sottrarsi agli ordini di cattura. Un piccolo museo che Craxi aveva accumulato nel corso degli anni, tra fiere dell’antiquariato e mercatini, inseguendo la sua passione per l’eroe dei Due Mondi. E che invano aveva cercato di far arrivare nella sua villa tunisina: l’intera collezione, chiusa in alcune casse che ufficialmente contenevano lana  grezza, venne intercettata nel 1997 dalla Guardia di Finanza nel porto di Livorno, mentre stavano per essere imbarcate nel porto maghrebino. Da allora, il ‘museo’ di Craxi è rimasto al centro di una lunga e farraginosa vicenda giudiziaria, che ora torna alla luce grazie all’annuncio pubblicato su ‘Il Giornale’ oggi dal commercialista milanese Paola Grossini, incaricata dal Tribunale di Milano di mettere all’asta l’intero lotto. Un destino malinconico anche perché la vendita giudiziaria è conseguenza della decisione degli eredi di Craxi – la moglie Anna e i figli Stefania e Bobo – di rinunciare all’eredità del celebre congiunto.
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  • de petris ‘il duro’ sarà la pubblica accusa nell’appello ruby

    Dopo Ilda Boccassini, un altro ‘osso duro’ per Silvio Berlusconi nella vicenda Ruby. Secondo quanto apprende ‘Giustiziami’, a rappresentare la pubblica accusa nel processo d’appello a carico dell’ex premier, condannato in primo grado a cinque anni di carcere, dovrebbe essere Piero De Petris, considerato uno dei sostituti procuratori generali milanesi più rigorosi ed esperti. Le sue requisitorie sono molto efficaci e puntuali e non lasciano mai spazio all’enfasi, neppure quando riguardano personaggi noti. Tuttavia, c’è un precedente tra i due che può far ben sperare Berlusconi, almeno in chiave scaramantica. (altro…)

  • il 16/12 fissata cassazione abu omar, ora pollari rischia il carcere

    La Cassazione ha rotto gli indugi e fissato il processo che dovrà decidere se confermare o respingere la condanna inflitta nell’ appello – bis a Niccolò Pollari e Marco Mancini per il sequestro dell’ex imam di Milano Abu Omar. A quanto apprende ‘Giustiziami’, la Suprema Corte si riunirà il 16 dicembre prossimo per valutare la vicenda e la possibilità che gli ex vertici del Sismi finiscano in carcere adesso si fa concreta. (altro…)

  • La perizia che farà condannare Kabobo

    Un uomo all’alba uccide a picconate tre passanti perché ha sentito delle “voci”. A chi lo interroga in carcere mesi dopo racconta di considerare “pazzo” suo fratello che tentò di massacrare con un machete la madre. Quell’uomo col piccone è matto? E, se lo é, va processato o deve essere spedito senza pensarci in un ospedale psichiatrico?

    La perizia che ha dichiarato oggi ‘capace di intendere e di volere’ Adam Kabobo, il ragazzo di origini ghanesi che l’11 maggio scorso terrorizzò Milano, interpella il concetto di libertà dell’essere umano. Per gli autori della consulenza disposta dal gip Andrea Ghinetti (consultabile nella sezione ‘Documenti’), Kabobo soffre di schizofrenia ma, quando sferrò a caso il piccone, la sua capacità d’intendere (comprendere il significato delle proprie azioni) “non era completamente assente” e quella di volere (controllare gli impulsi) era “sufficientemente conservata”. (altro…)