Corruzione urbanistica, pm passo più lungo della gamba

“Da pm e gip motivazioni svilenti” “Non può bastare dare o accettare incarichi per dimostrare la corruzione” “Congetture” “Mancano i gravi indizi”. Sono alcune delle definizioni utilizzate  dai giudici del Riesame nel motivare perché erano state annullate le ordinanze di custodia cautelare a carico di Alessandro Scandurra (domiciliari) e Andrea Bezziccheri (carcere) due delle persone indagate nell’indagine sull’urbanistica.

Nei prossimi giorni saranno depositate le motivazioni relative ad altre posizioni dove in alcuni casi restano in piedi misure meno afflittive ma le ordinanze di cui si è venuti a conoscenza oggi segnano l’intera inchiesta con rilevazioni molto critiche. Non ci sono prove del patto corruttivo. Al massimo si potrebbe parlare di abuso d’ufficio reato nel  frattempo abolito.

Insomma i pm a fronte degli abusi edilizi dimostratida grattacieli eretti  ristrutturando cortili avevano scelto di fare il passo più lungo della gamba, ingolositi dalla possibilità di contestare la corruzione e procedere con misure cautelari. In parole povere forti degli elementi in loro possesso sugli abusi hanno cercato di stravincere e di dare una forza mediatica all’inchiesra che comunque fa discutere di problemi gravi che esistono. La questione è che almeno secondo due decisioni del Riesame n9n c’è il reato più grave  e non esistevano ragioni per privare della  libertà imprenditori e architetti. Dal l’urbanistica emergono importanti questioni politiche che tocca in primo luogo alla politica risolvere. Questo al di là della sussistenza o meno di fatti di corruzione

(frank cimin)

 

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